San Gemini Terme
SAN GEMINI
Arroccata su un’altura a controllo della Via Flaminia, dove già in epoca romana sorgeva Casventum, di cui rimangono tracce di mosaici pavimentali e alcune strutture murarie nei pressi della piazza principale. San Gemini ha il suo cuore medievale nella piazza di Palazzo Vecchio, dove appunto sorge il duecentesco Palazzo pubblico.
Romanico a mosaici cosmateschi è il portale della parrocchiale di S. Giovanni, mentre è gotico quello della chiesa di S. Francesco, costruita nei sec. Xlll-XV. Il duomo ha l’abside e parte della facciata trecentesche, mentre l’interno è stato rinnovato in forme neoclassicheggianti all’inìzio dell’800 (alcuni vi notano l’impronta di Antonio Canova, che a San Gemini soggiornò per un breve perìodo).
Appena fuori le mura si trova la chiesa romani ca di S. Nicolò con affreschi del ‘200. Da visita re anche il Museo di Scienza della Terra, ideato da Piero Angela (aperto nei fine settimana e su prenotazione).
Risalendo per pochi chilometri verso Nord sì giunge alle rovine di Carsulae, importante municipio romano; gli scavi effettuati negli anni ’50 hanno portato alla luce monumenti funerari, resti del foro, del teatro e dell’anfiteatro.
- LE TERME
San Gemini deve la sua fama attuale all’acqua minerale naturale che ne porta il nome, proveniente dalle falde acquifere più profonde dei Monti Martani. Lacqua minerale Sangemini e le sue proprietà curative vantano una vastissima letteratura scientifica, a partire dal 1837 quando furono eseguite le prime analisi chimiche. Negli anni Venti-Trenta divenne località molto frequentata con la popolazione che triplicava durante la stagione termale.
Il Parco della Fonte Sangemini (ingresso a pagamento), si trova in un contesto naturale invidiabile con pini, querce secolari e daini in libertà, a soli 2,5 km dal centro storico; all’interno dello stabilimento termale, oltre alla sala medica per le cure idropiniche basate sulle acque Sangemini e Fabia, si trovano una mescita con libero accesso e varie occasioni dì svago (mini golf, tennis, bocce, percorso salute). A 2 km di distanza, il centro II Colle offre ulteriori possibilità sportive.
- L’ACQUA
Fonte Fabia. 13 °C oligominerale bicarbonato calcica.
Fonte Sangemini. 10 °C bicarbonato-calcica.
- LE INDICAZIONI TERAPEUTICHE Malattie del fegato e delle vìe biliari, dell’apparato digerente, dell’apparato urinario e del ri cambio.
- LE CURE TERMALI
Cure idropiniche.
Il TEMPO LIBERO
La Manchester italiana: Terni e le acciaierie. Fino a metà Novecento chi si inoltrava nella periferia industrializzata di Terni veniva ‘guidato’ dalla cupola ottagonale del grande maglio, simbolo delle Acciaierie e descritta dalle guide turistiche di fine Ottocento come “la nuova fucina di Vulcano”.
Oggi, dopo le devastazioni dell’ultima guerra mondiale e, soprattutto, con la progressiva dismissione del comparto siderurgico, la cupola del maglio è stata demolita e dei grandi edifici che caratterizzavano la città sono rimasti solo pochi brani, veri reperti di ‘archeologia industriale’.
Negli anni del massimo fulgore, le acciaierie ternane raggiunsero dimensioni riscontrabili solo nei grandi complessi di Francia e Germania, che erano supportati però da un tessuto industriale e da infrastrutture più articolati e diffusi di quelli presenti in un’Italia ancora a forte vocazione agricola.
E se il circondario ternano era in effetti ricco di acque, e quindi di potenziale energia motrice, continuava a mancare la principale materia energetica, il carbone. Soprattutto, la “Manchester italiana” non ha saputo far fronte alle esigenze della riconversione post-bellica e proprio dalla metà del Novecento ha avuto inizio il suo inesorabile declino.
Le Marmore. Il Parco fluviale del Nera, istituito nel 1995, segue il tratto medio-inferiore del fiume sino alla sua confluenza con il Velino, il Nera scorre veloce ribollendo fra le rocce e un compatto sipario verde dove, all’improvviso, sfreccia il martin pescatore.
Al confine occidentale del Parco, tre salti fra le rocce e le acque del Velino precipitano spumeggianti dall’altopiano nel fiume, 165 m più in basso: sono le Marmore, la più alta cascata d’Italia che oggi, imbrigliata a produrre energia, ritorna a vivere solo alcuni giorni all’anno in uno spettacolo di potente bellezza. Canoa, rafting, hydrospeed e torrentismo richiamano appassionati da tutta Europa.