La perla
La perla
È un corpo a forma circolare e di sostanza calcarea, che si trova nelle ostriche perlifere. È conosciuta sin dalla più remota antichità anche se veniva raccolta allo stato originale dentro le ostriche, senza che ci si rendesse conto del processo attraverso il quale si era andata formando.
Solo nella prima metà del diciottesimo secolo Reamur identificò la nascita e la formazione della perla secondo lo stesso processo attraverso il quale si forma lo strato madreperlaceo nella parte interna delle valve delle conchiglie.
Bisogna arrivare verso la metà del diciannovesimo secolo perché un altro ricercatore. De Filippi, facesse le prime osservazioni scientifiche constatando che la perla è il prodotto di un piccolo parassita che, insediandosi tra lo strato madreperlaceo della conchiglia e la parte più esterna del corpo dell’animale (l’epitelio) che vive al suo interno, produce una continua irritazione che fa secernere un liquido particolare.
Questo liquido è formato per la massima parte dello stesso materiale della madreperla che riveste, a strati sottilissimi, il piccolissimo nucleo di origine, dando luogo così alla creazione della perla vera e propria.
Le perle possono anche essere formate da altri agenti: alghe, sporozoi ecc.
Esiste anche la larva di un verme che, insediandosi in una parte del «mantello» dell’ostrica e portando con sé un frammento del tessuto epiteliale, lo usa per avvolgervisi sino a formare appunto tutt’intorno una vescica che prende il nome di sacco perlifero.
È ricorrendo a questa formazione naturale che il giapponese Mikimoto ideò per primo la possibilità di ottenere le «perle coltivate», simili del tutto a quelle pescate tra le rocce dei mari tropicali. Nonostante questa «coltura»,non è stata abbandonata la pesca dell’ostrica perlifera «al naturale». Sia pure con sistemi di pesca diversi, quest’ultima viene ancora praticata nella Nuova Guinea,
a Ceylon, nel Golfo Persico, Tahiti, lungo le coste del Pacifico e dell’America Centrale, dell’Atlantico ed in alcune zone del Mediterraneo.
Le perle erano e costituiscono tuttora una delle gemme più preziose e ricercate per monili, anelli, pendenti, collane, spille, corone, fermacravatte.
Questo tipo di gioiello non va tenuto a lungo nel portagioie, nei cassetti, all’oscuro, ma deve essere portato con frequenza, in quanto la luce fa risaltare e mantiene l’iridescenza della perla, mentre
l’oscurità l’opacizza uniformemente fino a fargliela perdere.
Se avessero perduto il primitivo splendore e se l’iridescenza dovesse scomparire lasciando delle chiazze, occorre immergerle in una soluzione di acqua e ammoniaca in cui sia stato aggiunto un cucchiaino di creta fine; dopo di che esse verranno accuratamente asciugate.
Esistono anche perle di differenti colorazioni (rosa, nere). Sono naturalmente più pregiate proprio perché più rare. Oltre al tipo di perla vera e coltivata, ne esiste un altro: quello sintetico che pur avendo raggiunto una tinta meravigliosa e una certa lucentezza, viene essenzialmente usato in bigiotteria.