Pietre preziose
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Lo splendore e la bellezza delle gemme, il loro valore spesso veramente notevole possono giustificare solo in parte il fortissimo potere di attrazione che esse esercitano sulla natura femminile e la
predisposizione naturale che le donne hanno a lasciarsi sedurre da questi piccoli tesori.
Alla base di questo fenomeno, che del resto è vecchio come il mondo, c’è qualcosa di misterioso, quasi di magico, che sfugge a una chiarificazione precisa: e in fondo, perché affannarsi tanto per trovare delle spiegazioni?
La realtà è che le donne in genere adorano le gemme, le sognano, le desiderano, fanno il possibile per possederle e perciò sono felici di adornarsene. A questa specie di passione per le gemme non corrisponde però, nella maggior parte dei casi, un interesse sufficientemente approfondito sugli aspetti «tecnici» e pratici delle pietre preziose.
Come nascono? Da dove vengono? Come sono lavorate? Come si determina il loro valore? E ancora: qual’ è il «potere» segreto delle gemme? Cercheremo di rispondere, avventurandoci nell’affascinante mondo delle pietre preziose: non pretendiamo di dire tutto (sarebbe pressoché impossibile), ma di scoprire insieme qualcuno dei segreti che possono essere più interessanti e più utili.
Le gemme chimicamente sono uguali a tutte le altre pietre, con la differenza che la natura le ha fornite di una particolare struttura nella quale si trovano riunite molte qualità di solito rarissimamente associate: particolari effetti di luce e di riflessi, splendide tonalità di colori, trasparenza, purezza di composizione. Qualità tanto rare, se messe insieme, che gli antichi ritenevano addirittura le gemme opere della divinità.
I principali elementi di valutazione delle pietre preziose sono il volume o grossezza e la qualità, cioè luce, colere, purezza.
La grossezza di una pietra e l’elemento di valutazione più evidente e facilmente riscontrabile; meno evidente per i non esperti, ma non meno importante, è la purezza.
Due gemme, per esempio due brillanti, che hanno le stesse dimensioni e sono apparentemente uguali possono invece essere molto diverse per valore.
La ragione di questa differenza sta proprio nella qualità: una pietra è più pura dell’altra, ciò che non appare magari a occhio nudo, ma è visibile invece al microscopio.
Le gemme pure sono piuttosto rare; moltissime invece presentano delle imperfezioni dovute alla presenza di sostanze estranee nell’interno della pietra: si può trattare sia di altri minerali in piccolissima quantità, sia di microscopiche bolle di gas radunate insieme, o di minuscole cavità piene di liquidi che appaiono come macchie. In questi casi il valore della gemma è decisamente inferiore di quanto sarebbe se essa non avesse difetti.
Comunemente si indicano col nome di «pietre preziose» tutte le pietre ornamentali, dal diamante al topazio, dal turchese al rubino, dalia corniola alla giada e cosi via. Ciò non è esatto, almeno da un punto di vista tecnico. Nel linguaggio usato dai tecnici, infatti, le pietre preziose sono soltanto quattro e precisamente: diamante, smeraldo, rubino e zaffiro. Le altre sono dette «semipreziose» o «dure».