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L’aquila Reale

L’AQUILA REALE:  la signora dei cieli  

L’aquila reale {Aquila chrysaetos), anche  sui Sibillini, è il predatore più forte.  Presente sulle Alpi, sugli Appennini e  nelle due isole maggiori, si stima che  in Italia nidifichino circa 400 coppie.  Questo non significa che ci siano solo  800 individui. Tante aquile infatti sono  animali giovani, che i genitori hanno  “espulso” dal territorio dopo aver  insegnato loro l’arte della caccia.

I giovani si riconoscono per la presenza,  sulle ali e sulla coda, di larghe macchie  bianche. Dopo essere stati scacciati dal  territorio, iniziano a vagare in cerca di  una valle dove stabilirsi. Pian piano,  assumono la livrea da adulti, con le ali e  il corpo completamente marrone, e il  capo ricoperto di penne dorate.

Una  volta diventate adulte, cioè verso i cinque  anni, e trovato un proprio territorio,  cercano una compagna o un compagno  per “mettere su famiglia”. Al momento  di nidificare, le aquile costruiscono alcuni  nidi (ne sono stati contati anche  14) all’interno del loro spazio vitale, ma ne occupano soltanto uno. La cova è compito della femmina, mentre il maschio procura il cibo a lei, e ai piccoli quando nascono.

Anche se si  dice che l’aquila sia molto legata a certe  prede (come la marmotta), questo vale solo per le Alpi. Nelle altre zone  dell’areale italiano invece cattura quello  che trova. Dalle lepri ai conigli, dalle  volpi ai piccoli caprioli, ai ricci, ai tassi,  agli scoiattoli.

In Bulgaria le tartarughe costituiscono addirittura il 20 per cento delle prede. Nonostante si parli sempre  dell’aquila come di un predatore feroce  ed efficiente, la percentuale di attacchi  che vanno a segno è di solito molto bassa,  e non raggiunge il 20 per cento.  Questa percentuale varia molto con l’età,  e i giovani sono anche meno esperti  e più inefficienti.

Dopo tanti secoli di persecuzioni, dowte  anche alla competizione con il predatore  più feroce, l’uomo, l’aquila sta tornando a ripopolare i nostri cieli. Anche se non  si può certo dire che la situazione sia  tranquilla, l’aumento delle aree protette e  un maggiore e più generalizzato  rispetto nei confronti della  natura hanno favorito la ripresa dell’aquila reale, una specie giudicata in pericolo alcuni anni fa.

Genitori premutosi L’aquila depone generalmente due uova a intervalli di 3-4 giorni. Le uova sono piuttosto grosse e pesano 130-160 grammi. L’ incubazione dura 43-45 giorni ed è fatta in genere dalla femmina mentre il maschio si incarica di procurare il cibo alla compagna e alla prole. In 5-7 settimane i piccoli si coprono del piumaggio. I primi voli vengono effettuati dopo 2-3 mesi.

Un attacco senza scampo Le aquile in genere sorvolano ad alta quota il loro territorio scrutando con attenzione vallate e pianori per individuare le possibili prede allo scoperto. Quando ne avvistano una calano rapidamente verso il suolo dove scivola silenziosa per poi piombare a sorpresa su di essa e la colpiscono con forza con gli acuminati artigli In genere questo attacco è sufficiente per uccidere una preda piccola o per ferire quelle grosse impedendone la fuga.

Becco e artigli Il becco e gli artigli sono le armi principali dell’aquila reale. Il becco adunco e tagliente è particolarmente adatto per lacerare le carni delle prede, mentre i robusti artigli ricurvi vengono utilizzati sia per bloccare sia per trafiggere gli animali catturati.

Inconfondibile in volo Con l’apertura alare che può raggiungere i 2,3 metri, l’aquila è, insieme al grifone, il più grande rapace italiano. In volo si riconosce per il profilo quasi rettangolare delle ali, che sono lunghe e larghe.

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